Ultimamente si parla tanto (forse troppo) di intelligenza artificiale che ormai passa in secondo piano quella umana! Come la AI è ancora semisconosciuta e dà adito a migliaia di teorie spesso superficiali o approssimative, così anche la mente umana è oggetto di speculazioni e luoghi comuni difficili da analizzare e confutare perché ormai insiti nella cultura di massa.
Nella descrizione dell’intelligenza di una persona, spesso si fa riferimento al quoziente intellettivo (QI) dei geni del passato, come Leonardo Da Vinci, Isaac Newton e Albert Einstein. Tuttavia, questi punteggi sono solo stime, perché questi scienziati non hanno mai svolto un test del QI. L’utilità del test del QI come strumento di misurazione dell’intelligenza è da tempo oggetto di discussione e studio, poiché presenta limiti e rischi.
Uno dei principali limiti del test del QI è la sua attendibilità limitata al di fuori dei punteggi vicini alla mediana della popolazione. I punteggi distanti da questa mediana possono essere influenzati da variabili fuorvianti, rendendo un punteggio basso non un criterio sufficiente per diagnosticare una disabilità intellettiva e un punteggio alto non un indicatore di genialità. Pertanto, attribuire punteggi stratosferici a grandi scienziati del passato è insensato.
Uno studio condotto da Terman, che valutò diverse persone, dimostrò che nessuno di loro si rivelò un genio come Freud o Piaget. Inoltre, molte persone dello studio di Terman non riuscirono a ottenere una laurea o un lavoro di alto livello. Inoltre, alcune donne non ottennero successi nonostante avessero un QI superiore a 180. Questi risultati mettono in dubbio l’ipotesi che un alto QI sia indicativo di genialità.
Alcuni partecipanti scartati dallo studio di Terman, come Luis Walter Álvarez e William Shockley, alla fine hanno avuto successo come fisici e sono stati premiati con il Nobel per la Fisica. Altri scartati, come Yehudi Menuhin e Isaac Stern, sono diventati grandi violinisti. Questi esempi dimostrano che il successo e la genialità non sono necessariamente correlati al QI.
Inoltre, i risultati del test del QI possono variare a seconda del test utilizzato e del momento in cui viene svolto. Pertanto, ottenere un punteggio significativo su un determinato test può non essere rappresentativo della vera intelligenza di una persona.
Dunque, sebbene il test del QI sia uno strumento utile per valutare l’intelligenza media della popolazione, presenta limiti e non dovrebbe essere considerato l’unico indicatore di genialità. L’attribuzione di punteggi stratosferici a grandi geni del passato è insensata, e l’estrema variabilità dei risultati dimostra la limitatezza del test del QI negli estremi.
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