Una delle figure centrali in questa controversia è Stephen Thaler, il creatore dell’intelligenza artificiale chiamata Dabus (Device for the Autonomous Bootstrapping of Unified Sentience). Thaler ha depositato diversi brevetti per le opere d’arte create da Dabus, tra cui un dipinto, una canzone e un poema.
Thaler sostiene che Dabus è in grado di generare idee originali, e che quindi le opere create dall’intelligenza artificiale dovrebbero essere protette da copyright. I suoi avversari, invece, sostengono che Dabus non è in grado di creare idee originali, e che quindi le opere create dall’intelligenza artificiale non dovrebbero essere protette da copyright.
La questione è complessa e non esiste una risposta facile. Da un lato, è vero che l’intelligenza artificiale generativa è in grado di creare opere d’arte che sono sempre più originali e creative. Dall’altro lato, è anche vero che l’intelligenza artificiale non è in grado di pensare in modo indipendente, e che quindi le opere create dall’intelligenza artificiale sono, in definitiva, il risultato del lavoro di un essere umano.
La questione dei diritti di autore per le opere create dall’intelligenza artificiale è destinata a diventare sempre più importante nei prossimi anni. Man mano che l’intelligenza artificiale diventa più potente, sarà sempre più difficile distinguere tra le opere create da esseri umani e quelle create da macchine. Questo potrebbe portare a un cambiamento radicale nel modo in cui concepiamo i diritti di autore, e potrebbe avere un impatto significativo sulla società.
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