L’avvento dell’intelligenza artificiale ha scombussolato totalmente le nostre vite cambiando radicalmente il paradigma su cui si basava la nostra quotidianità. Abbiamo già parlato di come il progresso dell’Intelligenza Artificiale (IA) è probablimente destinato a causare la perdita di 300 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Se questo è vero, cambieranno drasticamente la richiesta di professionisti da qui ai prossimi sette anni: il recente studio intitolato “Il futuro delle competenze nell’era dell’Intelligenza Artificiale“, realizzato da EY, ManpowerGroup e Sanoma Italia, offre risultati sorprendenti riguardo al ruolo che l’intelligenza artificiale avrà nel mondo del lavoro.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, secondo lo studio non avverrà una rapida sostituzione del lavoro umano nonostante l’evoluzione dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, si consiglia di puntare su professioni che richiedono competenze specifiche, come ingegneri industriali e gestionali o registi, le quali mantengono un forte legame con l’importanza delle competenze acquisite. Al contrario, figure come venditori a distanza o centralinisti potrebbero essere più soggette a rischi. Nel complesso, la domanda di lavoro in Italia continuerà a crescere nei prossimi anni.
Questo studio si basa su tecniche di intelligenza artificiale per creare un modello predittivo della domanda di professioni e competenze in Italia fino al 2030. L’obiettivo finale è fornire a decisori pubblici, aziende e operatori del settore dell’istruzione e della formazione gli strumenti necessari per affrontare al meglio le opportunità e i rischi che si presenteranno nel prossimo decennio.
Le indicazioni dello studio mostrano una crescita della domanda di professioni tecniche e ad alta qualifica, non solo nel settore delle tecnologie dell’informazione ma anche in quelli legati alla cura e ai servizi alle persone. Al contrario, la domanda diminuirà per le professioni a qualifica più bassa e per i settori a bassa crescita.
L’integrazione dell’intelligenza artificiale avrà un impatto sulla domanda di lavoro, ma non sostituirà completamente il lavoro umano.
Si prevede che la crescita della domanda di impieghi rallenti a partire dal 2024 e avrà un impatto maggiore a partire dal 2027, quando le soluzioni legate all’intelligenza artificiale e alla robotica avanzata saranno sempre più diffuse. Gli effetti negativi si faranno sentire soprattutto per i profili professionali a qualifica media che svolgono mansioni legate alla gestione dei dati. Al contrario, la domanda di lavoro aumenterà in settori come telecomunicazioni, pubbliche utilities, servizi di cura, educazione, formazione e lavoro.
Il ruolo della formazione sarà fondamentale per far fronte ai cambiamenti nel mercato del lavoro.
Grazie all’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi di apprendimento, sarà possibile allineare l’offerta delle istituzioni educative alle esigenze del mercato in modo più rapido ed efficace. È inoltre importante prestare attenzione al divario tra le competenze dei neolaureati e i lavori disponibili.
In conclusione, il futuro del lavoro sarà influenzato dall’intelligenza artificiale, ma saranno sempre gli esseri umani a definire il valore del lavoro e a guidare i cambiamenti. Inoltre, è previsto un aumento dell’importanza della sostenibilità nelle scelte future, con una crescente richiesta di figure professionali legate a questo ambito. È essenziale agire sin da ora per prepararsi ai cambiamenti che ci aspettano nel medio e lungo termine.
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