Giornal-AI

Cort-IA – Quando l’intelligenza artificiale scrive con noi (e ci sfida a farlo meglio)

Cosa succede quando la creatività umana incontra l’intelligenza artificiale su un set cinematografico? Succede Cort-IA, un contest lanciato dal laboratorio SophIA che sta facendo parlare chiunque abbia un piede nel mondo della narrazione, della tecnologia o semplicemente della curiosità per il futuro. Ma qui non parliamo dell’ennesimo corto sperimentale girato con un drone e montato da un algoritmo: Cort-IA è un esperimento culturale vero, una sfida narrativa che mette in campo sceneggiatori in carne, ossa e tastiera… e li affianca a modelli linguistici generativi.

In pratica: una gara a colpi di prompt, dove vincere non significa solo scrivere una buona storia, ma dimostrare come l’IA può diventare un alleato autentico nella costruzione di un racconto. Una collaborazione uomo-macchina che non cerca scorciatoie, ma sperimenta strade nuove, ibridazioni stilistiche, visioni miste.

La sfida è semplice solo in apparenza: ideare un cortometraggio da 10-20 minuti, scrivere la sceneggiatura e raccontare come si è lavorato con l’intelligenza artificiale. Non basta sfornare dialoghi impeccabili, bisogna anche svelare i trucchi del mestiere: che prompt hai usato? Quali idee ti ha dato l’IA che non avevi considerato? Dove finisce il tuo tocco, e dove comincia quello della macchina? È un po’ come mettere sotto il microscopio il processo creativo, ma con l’obiettivo di comprenderlo, non giudicarlo.

E qui le cose si fanno davvero nerdissime: ogni partecipante deve allegare non solo la sceneggiatura, ma anche teaser, moodboard, audio concept, materiali visivi – tutto ciò che è stato generato o arricchito dall’intelligenza artificiale. Una sorta di autopsia creativa, che diventa strumento di studio per università come Bolzano, Trieste e LUMSA, coinvolte nel progetto non solo per selezionare i lavori migliori, ma per studiare scientificamente i risultati. Una produzione culturale che è anche ricerca, con potenziali pubblicazioni accademiche all’orizzonte.

Ma il vero colpo di scena? In giuria ci sarà anche lei, l’IA. Proprio così: un modello linguistico addestrato appositamente per il contest parteciperà alla valutazione dei corti. In altre parole, l’IA che giudica l’uso dell’IA nella scrittura creativa. È un po’ come se HAL 9000 avesse deciso di iscriversi a un laboratorio di sceneggiatura e ci dicesse: “Questo dialogo lo puoi scrivere meglio.”

Il corto vincitore sarà realizzato sul serio, con il laboratorio SophIA a guidare la produzione e – ovviamente – altre tecnologie AI-based a intervenire nelle fasi successive. E c’è un nome importante accanto a questo esperimento: Rai Cinema Channel, media partner ufficiale, che potrebbe addirittura distribuirlo. Diciamolo: non è solo un premio, è un potenziale trampolino verso un nuovo modo di fare cinema.

Certo, non tutti la vedono allo stesso modo. La Writers Guild Italia, ad esempio, ha storto il naso. Il sindacato degli sceneggiatori ha dichiarato che un’iniziativa del genere rischia di “legittimare” l’uso dell’IA in un momento in cui le regole del gioco non sono ancora chiare. In un settore come quello italiano, già fragile e spesso sotto-finanziato, c’è chi teme che l’automazione possa diventare una scorciatoia industriale a discapito della qualità e della dignità del lavoro creativo.

E poi c’è il nodo spinoso del copyright. Chi detiene i diritti di un’opera scritta da un umano con l’aiuto di un’intelligenza addestrata (magari) su milioni di opere altrui? Negli Stati Uniti, il Copyright Office ha già sottolineato la necessità di distinguere nettamente tra l’input umano e l’output generato. In Europa, il dibattito è altrettanto caldo: le prime bozze del Codice di Condotta per l’IA stanno agitando le acque, con creatori e industrie culturali che chiedono tutele chiare e diritti trasparenti.

Ma proprio per questo Cort-IA è importante: perché cerca di dare forma a una zona grigia. Non demonizza l’IA, non la santifica. La mette alla prova. La osserva. Ne misura il potenziale creativo, ma anche i limiti, i rischi, le ricadute. È un laboratorio vivo dove si sperimenta – e si racconta – il futuro.

In fondo, chi ama davvero la narrazione sa che le storie sono sempre figlie del loro tempo. E questo è il nostro: fatto di algoritmi, modelli linguistici, creatività aumentata. Se sapremo usarli con intelligenza – e con consapevolezza – potremo raccontare storie mai sentite prima, con strumenti che non cancellano la nostra voce, ma la amplificano. Perché, alla fine, anche se c’è una macchina che suggerisce una battuta, siamo sempre noi a decidere se metterla in scena. Per tutte le informazionisophia.vision/cort-ia.

L’articolo Cort-IA – Quando l’intelligenza artificiale scrive con noi (e ci sfida a farlo meglio) proviene da CorriereNerd.it.

Aggiungi un commento