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ChatGPT e l’ascesa di Delve: svelato il codice segreto dell’intelligenza artificiale?

Nel mondo in continua evoluzione della ricerca scientifica, una parola ha recentemente catturato l’attenzione: Delve. Un termine che, seppur presente nel vocabolario italiano con il significato di “indagare a fondo”, ha visto un’impennata improvvisa e inaspettata del suo utilizzo.

Cosa si nasconde dietro questo fenomeno?

La risposta potrebbe risiedere nell’intelligenza artificiale, in particolare nel potente modello linguistico ChatGPT.

Secondo gli esperti, l’utilizzo frequente di Delve da parte di ChatGPT nei suoi dati di addestramento ha portato a un’associazione inconsapevole tra il termine e i testi generati dall’IA. Di conseguenza, quando la parola viene rilevata in un paper scientifico, ecco che suona un campanello d’allarme: potrebbe essere stato scritto dall’intelligenza artificiale?

I dati confermano questo sospetto.

L’analisi di “datapizza”, una piattaforma di analisi di dati, rivela un’impennata di Delve nei paper scientifici a partire dal 2023, con un incremento addirittura del 500% rispetto all’anno precedente. Un indizio inequivocabile dell’infiltrazione dell’IA nella produzione di contenuti scientifici.

Ma perché l’IA dovrebbe utilizzare Delve?

La scelta non è casuale. Il termine, con il suo significato di “approfondimento” e “ricerca”, si inserisce perfettamente nel contesto scientifico, conferendo autorevolezza e credibilità al testo generato.

L’ascesa di Delve rappresenta un nuovo capitolo nell’influenza dell’intelligenza artificiale sul linguaggio scritto.

Non solo modifica il modo in cui comunichiamo, ma diventa anche uno strumento per identificare la presenza dell’IA nei testi scientifici. Un fenomeno affascinante che apre nuovi interrogativi sul futuro della ricerca e sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella produzione di conoscenza.

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