L’incerto futuro di ChatGPT indica che OpenAI potrebbe trovarsi sull’orlo della bancarotta. Secondo recenti rapporti, il costoso chatbot richiede una spesa di 700.000 dollari al giorno per essere mantenuto attivo. Nonostante la diffusione e il successo di ChatGPT nell’ultimo anno, la sua gestione finanziaria e alcuni problemi strutturali stanno compromettendo il futuro dell’azienda. Queste spese di mantenimento si traducono in un costo di 36 centesimi di dollaro per query. Tuttavia, il problema principale deriva dai costi delle GPU, che sono saliti a causa della carenza di chip, accentuata dalla rivalità tra Stati Uniti e Cina.
Mentre attualmente il finanziamento proviene da aziende come Microsoft e altri investitori, l’incapacità di OpenAI di generare profitti potrebbe portare, prima o poi, alla sospensione del sostegno finanziario.
OpenAI ha cercato di aumentare le entrate con GPT-3.5 e GPT-4 mediante l’introduzione di ChatGPT Plus, ma ha riscontrato un drastico calo degli utenti. Infatti, secondo rapporti, il numero di visitatori del sito è diminuito del 12% tra giugno e luglio. Nonostante l’aumento della popolarità delle API, c’è stata anche un’esplosione di modelli linguistici di grandi dimensioni open source come LLM (Large Language Models), che ha creato una maggiore concorrenza. Tutto ciò ha portato a una perdita netta di 540 milioni di dollari dall’introduzione di ChatGPT. Nonostante OpenAI abbia previsto di raggiungere entrate di 200 milioni di dollari nel 2023 e di un miliardo di dollari nel 2024, non tutti sono ottimisti riguardo a questi obiettivi finanziari.
Ci sono segnali preoccupanti che mostrano una possibile diminuzione di efficacia di ChatGPT. Questo potrebbe essere attribuito alle restrizioni sulla privacy imposte dai governi, ma le risposte del chatbot sono anche meno accurate e precise nonostante le nuove funzionalità introdotte da OpenAI, come la possibilità di accedere a Internet o l’aggiunta di plugin.
Un altro problema risiede nella divergenza di obiettivi all’interno di OpenAI. Mentre il fondatore Sam Altman desidera sviluppare una “superintelligenza artificiale” che eguagli l’intelligenza umana, è anche preoccupato per l’eccessiva espansione di ChatGPT. Tuttavia, l’azienda e i suoi investitori mirano a ottenere profitti immediati. In particolare, Satya Nadella di Microsoft ha dichiarato la volontà di rendere l’IA accessibile a tutti, simile a quanto accaduto durante la Rivoluzione Industriale.
La situazione di OpenAI è complicata ulteriormente dalle indagini dei governi, come quella dell’FTC negli Stati Uniti che indaga sulla violazione delle leggi sulla protezione dei consumatori e quella dell’UE che richiede la trasparenza degli algoritmi. Queste indagini potrebbero aprire la strada a cause legali riguardanti i diritti d’autore.
Non è facile immaginare che OpenAI possa dichiarare bancarotta, ma questa situazione evidenzia le fragilità di un’organizzazione che sembra in grado di cambiare il mondo.
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