Il fumetto è un’arte antica e popolare, che ha saputo adattarsi ai cambiamenti tecnologici e culturali nel corso della sua storia. Oggi, però, il fumetto si trova di fronte a una sfida inedita: l’avvento delle intelligenze artificiali (AI), che promettono di trasformare radicalmente il modo di creare e fruire di questa forma d’arte.
L’uso di prompt testuali per la generazione di immagini
Uno degli strumenti più semplici e potenti che le AI offrono ai fumettisti è la possibilità di generare immagini a partire da prompt testuali. Questo significa che basta scrivere una breve descrizione di ciò che si vuole rappresentare, e l’AI si occupa di creare una immagine corrispondente, usando algoritmi di sintesi e apprendimento automatico.
Questo strumento ha aperto nuove possibilità creative, ma anche sollevato molte questioni etiche e sociali. Infatti, la generazione di immagini da prompt testuali ha dato il via a un gran dibattito sul tema della democratizzazione della creatività, con reazioni di pancia, polarizzazioni e dilemmi etici che non mancano di certo.
Alcuni vedono in questo strumento una minaccia per l’autenticità e l’originalità dell’arte, e temono che possa portare a una omologazione e a una perdita di valore del lavoro artistico. Altri, invece, lo considerano una risorsa preziosa, che può ampliare le capacità espressive e stimolare la fantasia e l’innovazione.
L’industria del fumetto e i fumetti AI
Tra i tanti settori culturali toccati da questo cambiamento, l’industria del fumetto è sicuramente una di quelle che desta maggior interesse. Il fumetto, infatti, è un medium che si basa su una combinazione di immagini e testo, e che richiede una grande abilità tecnica e artistica per essere realizzato.
Tanti professionisti del settore hanno espresso disagio riguardo ai fumetti AI e al loro impatto sulle tradizioni artigianali e sull’equilibrio dei mercati editoriali. Ma facciamo chiarezza: non stiamo parlando di fumetti creati interamente da algoritmi, bensì di “fumetti sintetici”, termine che riconosce il ruolo cruciale della creatività umana in questo medium.
I fumetti sintetici sono fumetti che si avvalgono di processi tecnologici avanzati, che includono sintesi delle immagini, generazione del testo e correlazione di questi elementi. Il loro aspetto estetico è fortemente influenzato dalla computazione, che è alla base dei processi che li generano. Ma attenzione: la stragrande maggioranza dei fumettisti contemporanei non vede di buon occhio l’uso di strumenti computazionali, nonostante il fumetto sia un medium che storicamente si è prestato all’interazione uomo-macchina.
La storia del fumetto e i processi computazionali
Nonostante questo, l’integrazione di processi computazionali nella produzione di fumetti non è una novità. L’industria del fumetto si è sempre basata su una divisione del lavoro ben orchestrata tra uomo e macchina, e i fumettisti hanno sempre sperimentato e contribuito all’espansione di una vasta gamma di strumenti, dalle tecnologie di fotoincisione alle più recenti soluzioni software.
Il fumetto, infatti, è nato come un prodotto di massa, destinato a una larga diffusione attraverso i giornali e le riviste. Per questo motivo, i fumettisti hanno dovuto adattarsi alle esigenze di riproduzione e distribuzione dei loro lavori, usando tecniche e macchinari che permettessero di ottimizzare i tempi e i costi di produzione.
Inoltre, i fumettisti hanno sempre cercato di sfruttare le potenzialità dei vari strumenti a loro disposizione, per creare effetti visivi e narrativi innovativi e originali. Pensiamo, ad esempio, all’uso del collage, della fotografia, del fotoritocco, del lettering, della colorazione digitale, e così via.
La controversia sui fumetti sintetici
Tuttavia, l’accoglienza dei fumetti sintetici è controversa. Professionisti ed esperti “disconoscono l’IA” pubblicamente e chiedono l’ostracismo per gli artisti che creano immagini “ingannevolmente” usando queste tecnologie. Questa posizione, però, sembra contraddire i principi di un’arte democratica ed egualitaria, e va contro la stessa storia dei fumetti, che hanno sempre fatto ampio uso di processi industriali incentrati sulla standardizzazione e l’automazione.
In realtà, i fumetti sintetici non sono né migliori né peggiori dei fumetti tradizionali, ma semplicemente diversi. Essi rappresentano una nuova forma di espressione, che richiede nuove competenze e nuove modalità di fruizione. Non si tratta di sostituire il fumettista con l’AI, ma di collaborare con essa, sfruttando le sue capacità di generazione e di apprendimento, e integrandole con la propria visione e il proprio stile.
Le opportunità dei fumetti sintetici
In conclusione, l’integrazione delle intelligenze artificiali nel mondo del fumetto può essere vista come un’opportunità per gli artisti di espandere i propri strumenti espressivi e sperimentare processi artistici non convenzionali. Ricordiamoci che i fumettisti non hanno mai fatto soltanto immagini, ma hanno creato sistemi e affrontato l’artigianato in termini sociali, evolutivi e dinamici. Le AI possono quindi rappresentare un passo in avanti in questo processo di world-making tecnologico, offrendo nuove competenze e riconfigurando il ruolo di chi fa fumetto in un contesto tecnologico.
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