Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il modo in cui le persone non vedenti possono percepire il mondo che le circonda. Un esempio di questo progresso è l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in applicazioni come Be My Eyes, che connette utenti non vedenti con volontari attraverso videochiamate per fornire supporto visivo in tempo reale. Inoltre, si sta lavorando su versioni avanzate che sfruttano un assistente virtuale basato su GPT-4, capace di interpretare immagini e fornire risposte personalizzate. Oltre a ciò, sono stati sviluppati dispositivi indossabili che combinano robotica e realtà aumentata per consentire alle persone non vedenti di navigare in modo più autonomo nello spazio fisico. Queste tecnologie, insieme a dispositivi che permettono di “vedere” attraverso fasci di luce speciale o di toccare oggetti grazie a guanti tecnologici, stanno aprendo nuove prospettive per migliorare la qualità della vita delle persone non vedenti.
Nel mese di febbraio del 2022, il paziente Brian Bussard ha avuto l’opportunità di partecipare a un innovativo studio finalizzato a testare un dispositivo wireless progettato per ripristinare parzialmente la vista nelle persone non vedenti. Dopo aver ricevuto l’impianto di 25 piccoli chip nel cervello, Bussard ha affrontato con speranza e determinazione questa nuova possibilità di recuperare almeno in parte la vista.
Nel 2021, Bussard ha appreso dell’esistenza di una protesi visiva sviluppata dall’Illinois Institute of Technology di Chicago. Nonostante i ricercatori lo avvertissero che si trattava di una tecnologia ancora in fase sperimentale e che non sarebbe stata in grado di restituirgli completamente la vista, Bussard ha deciso di partecipare al programma. Grazie all’impianto dei chip nel cervello, ha finalmente potuto godere di una forma limitata ma significativa di vista artificiale, paragonabile a un “bip su uno schermo radar”.
Bussard è diventato uno dei rari individui al mondo a sottoporsi a un intervento chirurgico per impiantare una protesi visiva direttamente nel cervello. Studi simili sono stati condotti in Spagna dopo decenni di ricerca nel campo della vista artificiale. L’interesse per questa tecnologia coinvolge non solo il mondo accademico, ma anche l’industria, con aziende come Cortigent e Neuralink di Elon Musk che stanno lavorando alla creazione di dispositivi simili.
Il funzionamento di questi impianti prevede l’invio diretto delle informazioni al cervello, bypassando occhio e nervo ottico. Grazie all’utilizzo di elettrodi miniaturizzati che emettono una leggera corrente elettrica, i chip impiantati nella corteccia visiva di Bussard gli consentono di percepire in modo limitato forme e movimenti intorno a sé. Nonostante si tratti ancora di una fase preliminare, questa nuova forma di visione rappresenta un notevole passo avanti nella ricerca per migliorare la qualità di vita delle persone non vedenti.
Mentre le tecnologie per la vista artificiale continuano a progredire, restano ancora molte sfide da affrontare. Dalla durata degli impianti nel cervello, alla precisione della stimolazione e alla personalizzazione dei dispositivi per ciascun individuo, vi sono diverse questioni da risolvere. Tuttavia, l’ottimismo e la determinazione di individui come Bussard e dei ricercatori coinvolti in questi studi offrono speranza per un futuro in cui la vista artificiale potrebbe diventare una realtà accessibile per molte persone non vedenti.
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