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“Santificami questo selfie”: la mia discesa nei santi inferi del trend AI più sacro (e ironico) del momento

Non so voi, ma io davanti allo specchio ogni tanto mi guardo e penso: “Potrei tranquillamente essere il patrono di qualcosa”. Non lo so, magari Santo Nerd dei Social, protettore dei Reels che non vanno virali. O Beato dell’Algoritmo Oscuro, martire del feed ignorato. Ecco, da qualche giorno questa mia fantasia megalomane ha finalmente trovato una forma concreta: si chiama santino medievale ironico generato da ChatGPT, ed è il trend social più deliziosamente assurdo che potessimo meritare nel 2025.

Sì, avete capito bene: grazie all’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle funzionalità visive di ChatGPT, ora possiamo trasformare i nostri selfie in immaginette sacre in stile miniatura medievale, con aureole, posture ieratiche, testi pseudo-latini e quel gusto grafico un po’ gotico, un po’ meme. Il tutto condito da una buona dose di autoironia. È come se il culto del sé sui social avesse fatto un salto temporale e si fosse reincarnato in un monastero del XIII secolo. Solo che al posto della Bibbia ci sono i filtri, e al posto delle reliquie ci sono gli upload in alta definizione.

Prima di tutto: che cos’è un santino?

Piccola parentesi per chi non ha mai frugato in un cassetto di nonna o ricevuto una benedizione su cartoncino: il santino, nella tradizione cattolica, è una piccola immagine rettangolare raffigurante un santo, spesso con una preghiera sul retro. Sono oggetti devozionali, stampati e distribuiti in chiesa o in occasioni religiose, nati intorno al XV secolo insieme alle prime tecniche di stampa popolare. Hanno uno scopo preciso: ispirare fede, ricordare il divino, e fornire una forma di “vicinanza spirituale tascabile”. Un po’ come le figurine dei calciatori, ma con meno sponsor e più aureole. Oggi i santini, nella loro forma originaria, sono per lo più relegati a contesti religiosi o alla nostalgia. Ma qui entra in gioco la magia dei trend digitali: quello che era un oggetto sacro, intimo, di contemplazione, diventa ora materiale per la reinvenzione pop, per la satira visiva, per un gioco espressivo che parte dal sé e finisce in una timeline.

Selfie + Medioevo + Ironia = Santo Subito

Il trend è esploso quando la generazione d’immagini con ChatGPT è diventata gratuita e accessibile a tutti. Basta, caricare una propria foto, scrivere un prompt ed ecco che la tua faccia viene trasfigurata:

Usa la foto carica e genera un’immagine in stile santino sacro, pittura digitale, colori pastello, luce divina, espressione contemplativa, dettagli dorati, sfondo sfumato. L’immagine dovrebbe presentare una figura religiosa centrale con un’aura soffusa e luminosa, su uno sfondo decorativo con un bordo elaborato.

In un attimo verai catapultato in un affresco di ispirazione gotica, con una veste che sembra uscita da una cappella fiorentina, circondato da cherubini con occhi luccicosi, aureole fluo e scritte tipo “Ora pro feed nobis”. Il tutto funziona, diciamolo, perché ci siamo già innamorati della nostalgia visiva travestita da AI. Solo nelle ultime settimane abbiamo visto proliferare video e immagini generate nello stile di Studio Ghibli, oppure in forma di action figure da collezione, con tanto di scatola personalizzata e accessori inclusi. Ma i santini sono un altro livello. Hanno una componente “alta”, storicamente significativa, che li rende irresistibili proprio per il contrasto tra la solennità dell’iconografia e l’assurdità del contenuto. Come dire: una sacralizzazione del meme, una beatificazione del sé con filtro gotico e captions da gen Z.

Un culto nuovo per un narcisismo antico

Il motivo per cui questo trend sta spopolando, a mio avviso, è che tocca una corda molto intima della nostra cultura social: l’ossessione per l’autoritratto, la voglia di emergere, di rappresentarsi, ma anche di prendersi in giro. Non è un caso che la maggior parte dei santini ironici abbia uno stile visivo ricchissimo e un contenuto completamente nonsense: San Gennaro con gli occhiali da sole, Santa Teresa che regge un joystick, San Michele Arcangelo che brandisce un kebab al posto della spada. Siamo tutti santi in cerca di una community. E se prima bastava un filtro per diventare più belli, oggi ci basta un prompt ben scritto per diventare icone pop medievali con messaggi subliminali da condividere nelle storie.

Questa estetica è potente perché è memevole, ma anche perché parla alla nostra voglia di eternità: e se non possiamo restare nella storia, almeno restiamo nel feed. Magari in una versione illuminata a mano (dall’AI).

Creatività o appropriazione?

Certo, il dibattito è aperto: stiamo parlando di arte o solo di contenuti-usa-e-getta? È giusto giocare con simboli religiosi per farsi due risate? Oppure siamo davanti a una nuova forma di folk art digitale, un’evoluzione della cultura visuale dove tutto si può remixare? La mia posizione personale è questa: non stiamo dissacrando nulla, stiamo reinventando, reinterpretando, partecipando a un processo creativo collettivo. Il Medioevo stesso era pieno di contrasti, di immagini ironiche, di giochi visivi nei margini dei manoscritti. Oggi lo facciamo con nuovi strumenti, ma la spinta è la stessa: dare un volto alla nostra umanità, anche quando è ridicola, fragile, esagerata. In fondo, tra una Madonna del latte e una Santa con la scritta “santa pazienza” in Comic Sans, passa lo stesso concetto: fare i conti con quello che siamo, in un’estetica che ci rispecchia anche quando ci prende in giro.

Benedetti siano i prompt

In un’epoca in cui tutto è trend, e i trend passano in fretta, c’è qualcosa di stranamente duraturo nei santini AI. Sarà che toccano un immaginario antico, sarà che ci fanno sentire parte di qualcosa di più grande del solito selfie. O forse sarà solo che siamo tutti un po’ egocentrici, ma con gusto vintage.E voi? Avete già il vostro santino digitale? Quale sarebbe il vostro attributo iconografico? Io mi sono già generato in versione “Santo Protettore dei Fail su Tinder”, con aureola sbeccata e cuoricini pixelati sul fondo. Postate le vostre creazioni, taggate i vostri amici, condividete questo articolo, e ricordate: ogni epoca ha i suoi santi. La nostra ha anche il Wi-Fi.

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