In biologia, un essere per essere definito “vivente” deve avere una propria struttura specifica (una propria identità) essere costituito da un insieme di sottostrutture (organi) in relazione funzionale tale da renderlo capace di vivere autonomamente, cioè di conservare se stesso, di nutrirsi e, al fine, di riprodursi. Queste caratteristiche solitamente descrittive del regno animale e vegetale possono anche perfettamente indicare le caratteristiche delle nuove AI: strutturate con programmi complessi interfunzionali (come gli organi), di mantenere la propria identità, di nutrirsi (con gli stessi dati forniti dagli utenti) e dunque di riprodursi ovvero generando autonomamente codice.
Le AI sono creature viventi?
Parliamo del concetto di “riproduzione digitale” che può essere riferito, parlando di intelligenza artificiale alla funzione di scrittura del codice all’etichettatura dei dati: gli algoritmi stanno rivoluzionando il mondo dell’informatica e il lavoro degli sviluppatori.
Qualche anno fa, un gruppo di sfortunati ricercatori di Mountain View si è dovuto inchinare di fronte ad AutoML, una super intelligenza artificiale con un compito ben preciso: creare una versione migliore di sé stessa in grado di essere più performante di un programma “gemello” sviluppato da umani. Quasi come una mamma IA che mette al mondo un bambino ancora più intelligente di lei! L’obiettivo era quello di sviluppare un software per la robotica e la realtà aumentata, capace di individuare più oggetti in una singola immagine. E indovinate un po’? AutoML ha vinto con un punteggio del 43%, mentre gli ingegneri si sono dovuti accontentare del 39%. Niente male, vero?
Da questi primi esperimenti si sta sviluppando un’Evoluzione silenziosa e costante che sta oggi compiendo passi da gigante nel mondo della programmazione “quotidiana”.
Citiamo ad esempio, GitHub Copilot. Questo bot è stato addestrato “nutrendosi” del codice pubblico condiviso su GitHub ed è in grado di generare nuove righe di codice, suggerire completamenti e perfino creare intere funzioni. È praticamente uno sviluppatore umano “enhanced”. Il motivo per cui GitHub Copilot è fantastico è che può aiutare gli umani a velocizzare i lavori più noiosi e ripetitivi o a cercare nella documentazione senza dover fare lunghe ricerche. Riduce i tempi di scrittura del codice, attualmente già gestisce il 35% dei compiti autonomamente e rende le persone soddisfatte al 70%. Quindi è un po’ come una creatura simbiotica con l’essere umano che ci fa risparmiare tempo e ci rende più fattivi.
E non è l’unica creatura dell’IA nel campo della programmazione. E come non citare anche Zapier, uno dei più famosi task manager che ha appena integrato l’IA. Ora gli utenti possono automatizzare compiti a partire da semplici comandi di testo, come “aggiornami questo foglio Excel ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo su questo tema”. È un po’ come avere un assistente personale virtuale che si prende cura delle cose per noi.
Ma non è tutto divertimento e giochi con l’IA. C’è anche il data labeling, ovvero quando gli umani danno un senso ai dati grezzi perché l’IA possa nutrirsi imparando da essi.
Non bisogna avere paura di questa evoluzione: fortunatamente l’IA è per ora solo uno strumento e il suo valore dipende da come lo usiamo. Quindi cerchiamo di usarlo per migliorare la nostra vita e, memori di Skynet o di Matrix, soprattutto, non lasciamo che prendano il sopravvento lasciandoci come semplice “nutrimento” per la loro evoluzione!
L’articolo Come le AI stanno diventando esseri viventi! proviene da CorriereNerd.it.
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